Mostra
REGINE SCHUMANN
COLORMIRROR
a cura di Alberto Zanchetta
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Galleria Dep Art, Milano
31/10/2018 - 26/01/2019
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COLORMIRROR

Con "Colormirror", la prima personale italiana di Regine Schumann, la galleria Dep Art di Milano prosegue il suo programma di ricerca e promozione di artisti mid-career che vantano importanti curricula internazionali. Attraverso un corposo nucleo di opere, di medie e grandi dimensioni (i formati variano dagli 80 ai 240 cm di altezza), la mostra presenta i lavori più recenti di un'artista che è considerata, in virtù delle sue sperimentazioni con i materiali acrilici, tra i più importanti innovatori nell'ambito delle ricerche cromatiche e cinevisuali.

L'opera di Regine Schumann esplora le relazioni tra colore, luce e architettura attraverso dei pannelli luminosi – una sorta di monoliti dai colori pulsanti – che offrono ai visitatori una suggestiva esperienza sensoriale.

Le sculture di Schumann sono create per interagire con la luce: i colori fluorescenti delle opere cambiano infatti con il mutare della luce naturale e a seconda del punto di osservazione.
L'artista descrive così il suo lavoro: "Il vetro acrilico colorato e fluorescente gioca nelle mie opere un ruolo importante. Il materiale che utilizzo si illumina non appena riceve energia luminosa, sia essa naturale o artificiale. A seconda della posizione, i diversi pannelli producono differenti stratificazioni, miscelazioni e selezioni di luce e colori".

Le sue composizioni cromatiche si ispirano alla teoria dei colori di Goethe, in base alla quale i colori prendono vita dall'interazione tra luce e oscurità; consapevole di questa relazione, in alcuni casi l'artista utilizza la luce di wood per conferire vigore ed energia ai colori che, inaspettatamente, diventano cangianti e vibranti.
L'architettura è il terzo elemento fondamentale che completa il lavoro dell'artista.

Le sue installazioni site-specific modificano infatti lo spazio esistente conferendogli una dimensione di vibrazione e - come lei stessa la definisce - una "temperatura" ambientale.
A tale proposito, Alberto Zanchetta, curatore della mostra, scrive: "Le opere di Regine Schumann delimitano uno spazio fisico che altera e ridefinisce l'ambiente in cui sono contenute. Le superfici in plexiglass ricorrono a colori che si compenetrano, si specchiano e riverberano, rendendo l'opera immateriale, come fosse un'emanazione di luce pura. Coinvolto in una duplice esperienza visiva (diurna/naturale e notturna/artificiale), lo spettatore è invitato a interrogarsi sulle ampie possibilità dello spettro cromatico rispetto ai limiti fisiologici imposti dall'occhio umano. L'effetto straniante di tali fluorescenze è ottenuto dalla sintesi delle superfici frontali, retrostanti e perimetrali che assorbono o irradiano la luce, sottoponendo la visione a cambiamenti impercettibili, a volte graduali, altre volte repentini. Ma in ogni caso sorprendenti".


© Toni Garbasso