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DIALOGO: la carta come memoria

Promossa dalla FIAP Federazione italiana Associazioni Partigiane
a cura di Bianca Cimiotta Lami e Dario Evola
   
OPERE DI: Riccardo Ajossa, Elisabetta Diamanti, Roberto Mannino, Ugo Ferrero, Alfonso Filieri, Toni Garbasso, Paolo Modugno, Claudia Peill, Lydia Predominato, Peter Quell, Serge Uberti.
 
Una riflessione dedicata alla Shoah: gli scritti, le opere, i luoghi, le riflessioni e i ricordi
che ogni autore ha tradotto in una proposta artistica attraverso la propria sensibilità
e una personale esperienza vissuta come ricordo e testimonianza.
Sono singole esperienze, voci ed approcci, elaborati attraverso differenti linguaggi scaturiti dalla memoria emotiva
per creare quel filo di continuità con la Storia, come riflesso di un dolore lontano che emerge come un sintomo.
Incisione e stampa, fotografia ed elaborazione virtuale, percezioni sonore e visive.
La grana della carta s’intreccia come la grana delle voci e della memoria.
Lo sguardo lontano lascia una traccia sulla carta come segno e come in-segna.
La carta è il pretesto e il mezzo più espressivo e più utilizzato nei tempi, quello che ha consentito alla Storia e all’Umanità di ricordare i fatti e gli avvenimenti nella trasmissione: la carta come materia significante, superficie, piano ed estensione.
Cartografia dell’emozione e luogo comune per immagini condivise.
 
 
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Elisabetta Diamanti
Budapest Roma 1, 2, 3
Attraverso un processo calcografico sono impresse le mappe di Budapest
(città d’origine della nonna dell’artista) e di Roma (città dell’artista).
Su una terza lastra è impresso il pavimento cosmatesco della chiesa di Santa Francesca Romana,
dove trovarono rifugio gli ebrei romani. L’incisione si associa al tempo, alla sua sedimentazione.
Incidere è attraversare strati di materia, quelli del tempo.
Dal torchio esce la stampa, come traduzione della memoria, dalle fibre della carta
   
Roberto Mannino
Sigillo
Trame di ombre e percezione di luce, cose nascoste. La memoria resiste sempre nell’oggetto.
Come una trama di segni d’argento la filigrana del tempo trattiene la storia.
La superficie delle cose nasconde grandi profondità della memoria e della materia
ne trattiene i valori simbolici: come la stella di David che emerge, ricordo nascosto,
sigillo della memoria segreta dell’indicibile e dell’ immemorabile.
Dal buio alla luce, passaggio simbolico che unifica passato e presente
   
icon Riccardo Ajossa
10 Settembre 1943
La carta apparteneva a Enzo Salvi, disegnatore, grafico, internato a Kremen.
Su quella carta aveva disegnato scene di vita quotidiana della prigionia e dei commilitoni.
Si salverà dalla morte grazie all’abilità nel disegno.
E proprio nel disegno, su questa carta ingiallita dal tempo, come nave in tempesta, Riccardo Ajossa
incontra Enzo grazie alla figlia Laura Salvi: l’eredità della memoria della carta trasmette il senso
della riflessione profonda tra due generazioni e diviene luogo di narrazione
   
  nella teca:
la cartella, la raccolta di lettere e i disegni a matita di Enzo Salvi ci raccontano dettagliatamente
il rapporto tra commilitoni durante gli anni di convivenza forzata all’interno del campo (Stammlag)
Kremens XV17B Kriegsgefangenen 1150, dove è stato prigioniero di guerra fino al 10 settembre 1945.
Il trascorrere del tempo. Gli stralci di carte recuperate e riciclate all’interno del campo diventano
il supporto alle parole e ai disegni di scambio e di corrispondenze custodite fino a noi
   
icon Ugo Ferrero
Libertà! Libertà?
...Guardando l’orizzonte / ho capito che quando gli animali / cercano un padrone/
è perché non sanno più chi sono/ Ho imparato che quando si spegne la luce /
è perché misuro i miei passi / in questa stanza senza confini...
   
icon Alfonso Filieri
Le lune di Anna
dal Diario di Anna Frank:
La buia sera piovosa, la tempesta, le nubi che si rincorrevano per il cielo mi affascinavano; era la prima volta
dopo un anno e mezzo che mi trovavo a faccia a faccia colla notte […] Purtroppo è andata così:
io non posso guardare la natura - ed eccezionalmente - che attraverso finestre polverose e coperte da sporche
tendine. E guardarla così non è più un piacere, perché la natura è davvero l’unica cosa che non tollera surrogati. ”
La tua Anna
   
Alfonso Filieri e Claudia Peill
Delle pagine
Su queste pagine conterò le lune/ e l’infinito numero della sua ruota / traccerò incerte forme /
d’ombra e di luce / e ne pronuncerò la cifra
Della carta
Son queste parole / scolpite nel grigio grafite / dirò sempre di queste ore / donate alla memoria.
Dirò pure / dell’eco dei colori / degli ori amari / della poesia
   
Toni Garbasso
Risiera San Sabba - Sant’Anna di Stazzema - Fosse Ardeatine
Tre fotografie dei luoghi consacrati alla memoria di orrori dove fu uccisa la Speranza degli innocenti.
Il lager di San Sabba, Sant’Anna di Stazzema, le Fosse Ardeatine. Tre punti di vista che costringono
lo spettatore ad assumere egli stesso un punto di vista. La bi-dimensione della carta obbliga lo sguardo
a mobilitarsi e a indirizzarsi verso quei luoghi come assunzione di una responsabilità testimoniale.
Gli spazi sono volutamente ambigui, aperti o claustrofobici, solamente nella carta
trovano la “verità” dell’immemoriale
   
  Paolo Modugno
L’arrivo
installazione sonora
Percezioni sonore appese al silenzio.
Qual è il rumore del treno e dei vagoni in marcia verso i lager
quando i pensieri sprofondano nel terrore?
Qual è il rumore della paura?
Qual è quello dell’angoscia?
Qual è quello dell’attesa e dei suoni nel tempo e nello spazio della memoria?
   
   
Lydia Predominato
Lacerti
Tarlatana e carte unite per manipolazione.
“Lacerti” dai quali emergono segni neri ottenuti dal ricamo di fili di lana e di cotone,
come segni di una scrittura decomposta su carta frammentata. Rimandano ai mucchi di indumenti
dei deportati accumulati per terra prima delle “docce”.
La carta ha la funzione di supporto per un “diario materico”.
Lo sfondo nero parla di per sé stesso
   
Peter Quell
Monti Giosuè e la Dott. Gentile
Chi sarà mai? Il nome che un delatore anonimo scrive su un pezzetto di carta,
un frammento nell’infinito mare della storia della Shoah.
Quale memoria? Il frammento di una piccola fotografia, un’ immagine “malgrado tutto”.
Un frammento che scompare nella carta da parati, vive moltiplicato come traccia,
come memoria involontaria incastonata tra le mura di casa, invisibile nell’insieme.
E che appare improvvisamente visibile, come sintomo perturbante fra le pareti domestiche
   
Serge Uberti
Il lungo cammino
“ …. Ma da dove viene? Per anni mi sono fatto questa domanda, conoscendo una persona
piena di energia con uno sguardo profondo sempre vivo […].
Aveva indossato una camicia con maniche corte, in un’estate afosa, lasciando vedere
un numero segnato sul suo braccio … quel giorno il suo sguardo mi chiese il silenzio”
   

© Toni Garbasso