Fotografia immersiva

IL PANORAMA

La visione dell'intorno

Il concetto di "panorama", come visione dell'intorno, lo si puo' far risalire al poeta Francesco Petrarca, nella sua lettera a Dionigi da San Sepolcro, conosciuta come "L'ascesa al Monte Ventoso" del 1336. (1)
Sebbene nell'antichità ci siano state delle rappresentazioni pittoriche sui quattro lati di una stanza, (vedi a Pompei il triclinio della Villa dei Misteri) è con Robert Barker, la prima veduta di una scena a 360 gradi. (2)
Nel 1789 Barker presenta a Londra un dipinto circolare raffigurante la veduta di Edimburgo dalle colline di Calton Hill e la chiama ‘La nature a coup d’oeil’, la natura a colpo d'occhio.
L'invenzione fu brevettata nel 1792 e di li a poco(3) comparve il termine panorama: dal greco 'παν' (pan), tutto, e 'οραμα' (orama), veduta.

 
Robert Barker, ‘La nature a coup d’oeil’, Panorama of Edimbourgh from Calton Hills.

diorama
Lo studio di Barker e figlio a West Square, St. George's Fields,Londra - 1800
La sezione della rotonda
L'interno: la visione del panorama di Barker
La realizzazione del "Panorama des Alpes Bernoises", da parte di Auguste Baud-Bovy a Männlichen nel 1891
La rotonda di Barker a Leicester Square, a doppio panorama
Il "Panorama des Alpes Bernoises" a Chicago per il "World's Columbian Exhibition" del 1893
 
Dai primi dell' Ottocento il Panorama diventa fenomeno di massa: vengono costruite diverse "rotonde", architetture in forma cilindrica atte a contenere i dipinti, e la moda si diffonde con successo fino ai primi del novecento.
Il Panorama assume altri nomi, come ciclorama, cosmorama, diorama, e la scena a 360 gradi si anima ed arrichisce con complessi meccanismi per stupire la platea.
Il cinema sarà il diretto concorrente del Panorama: ai primi del novecento questo mass-media che ha intrattenuto decine di milioni di visitatori, declina rapidamente.
La maggior parte dei panorami sono perduti e molte "rotonde" vengono trasformate in teatri.
 

Qua sotto un panorama custodito al Saltzburg Museum di Johann Michael Sattler, pittore austriaco (1786-1847) che ritrae la città di Saltzburg nel 1828.
Sattler Panorama, Saltzburg
Uno degli ultimi panorami esistenti è all' Aia, Olanda: Il Mesdag Panorama completato nel 1881 dal pittore Hendrik Willem Mesdag.
Mesdag Panorama, l'Aia

   
Anche il pittore Giovanni Segantini si appassiona al panorama, e per l' expo a Parigi del 1900, progetta un edificio circolare che avrebbe dovuto contenere un panorama dell'Engadina. Non trova abbastanza fondi per la realizzazione (e muore nel 1899), ma il suo progetto viene ripreso in seguito, in versione ridotta, per la costruzione del Museo Segantini a St. Moritz. Dell' idea della pittura del panorama (o degli schizzi del progetto) non ci è rimasto nulla.
Disegno di Jakob Ignaz Hittorff per il Panorama Rotunda a Parigi 1838.
Schizzo per la rotonda del Panorama dell' Engadina di Segantini (mai realizzato) per l' EXPO di Parigi del 1900.

 
Degno di nota per la discussione che ha provocato negli anni è il panorama "1849 Assedio di Roma, Garibaldi il 3 giugno a porta San Pancrazio" datato 1882, giudicato per anni come uno dei primi panorami fotografici in Italia, ma in realtà di opera pittorica di Léon Philippet (4)
1849 Assedio di Roma, Garibaldi il 3 giugno a porta San Pancrazio, Léon Philippet <- - ->  
 
 

NOTE
1) " Mi volgo d’attorno, le nuvole erano sotto i nostri piedi […] Volgo lo sguardo verso le regioni italiane, dove più tende il mio animo; e vedo come vicine, sebbene siano tanto lontane, quelle Alpi gelate e nevose […] mi volgo indietro, verso occidente, per guardare ed ammirare ciò che ero venuto a vedere […] I Pirenei, che sono di confine tra la Francia e la Spagna, non si vedono di qui, e non credo per qualche ostacolo che vi si frapponga, ma per la sola debolezza della nostra vista; a destra, molto nitidamente, si scorgevano invece i monti della provincia di Lione, a sinistra il mare di Marsiglia e quello che batte Acque Morte, lontani alcuni giorni di cammino; quanto al Rodano, era sotto i nostri occhi."
Francesco Petrarca," A Dionigi da San Sepolcro dell'ordine di Sant'Agostino e professore della Sacra Pagina. Sui propri affanni". Malaucena, 26 aprile 1336.
Questa lettera del Petrarca è da molti studiosi e filosofi del paesaggio considerata come una delle prime considerazioni (o presa di coscienza) del concetto stesso di paesaggio. In realtà affiora il concetto di "panorama", nella sua natura del "volgersi d'attorno" (respicio in latino), della visione dell' indietro della destra e sinistra, del sotto...

2) Vanno ricordati, precedentemente a Barker, i disegni topografici delle Alpi del naturalista svizzero Horace-Bénédict de Saussure.

3) "The word panorama does not figure in the patent. (...) It is reported that the term would have been introduced by a classical scholar among his friends. At any rate, Barker himself mentions the word panorama in1792 in an advertisement in The Times. Henceforth it quickly became the definite style for a circular picture." Paul A. Zoetmulder, The Panorama Phenomenon: Mesdag Panorama 1881- 1981 pag 13.

4) Quella che vediamo è una riproduzione fotografica del panorama dipinto da Léon Phillipet composta da 11 pannelli di stampe su carta salata, scoperta da A. Gilardi e W.Settimelli all'archivio del Vittoriano alla fine degli anni '60.
La notizia del ritrovamento fece scalpore e venne pubblicata su diversi quotidiani, come "...prima foto panoramica della storia italiana" (Paese Sera, 21 maggio 1967), "Primo grande reportage da una zona di operazioni", (Messaggero, 7 febbraio 1968), ecc.

Nel 1982 Ando Gilardi pubblica sul n.8 di Phototeca una storia semi-seria dal titolo "La terza verità sul polittico ottico orbicolare eccetera", nel quale dice: ""Frugando sopra un armadio [nell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, al Vittoriano] trovammo l'oggetto che poi battezzai panoramica orbicolare, polittico ottico, entrambi giganti. Undici stampe da un negativo che riproduceva altrettante stampe di un negativo che riproduceva altrettante stampe di un negativo... e così via, lungo una catena di trasmissione di un'antica immagine fotografica originale oramai sepolta sotto gli strati di almeno sette interventi manuali. Un fatto è certo: che il primo anello di questa catena era rappresentato da prese fotografiche eseguite da una torretta che c'era una volta sul tetto del casino Salvatorelli che si trova sulla sommità del Gianicolo da cui si domina tutta Roma e dintorni. L'oggetto di carta è in sé meraviglioso: un crogiolo nel quale si fondono cinquantamila anni di storia della fabbricazione dell'immagine manufatta, e forse un decennio o due di produzione dell'immagine automatica. Poi scoprii che lo avevano usato come lucido per una eccellente xilografia. In altre parole, si trattava del rinvenimento fortunato di una pittofotografia…"

Vengono poi fatte delle rettifiche come nel libro di S.Bordini, Storia del panorama:
"La datazione di questo reperto era stata collocata al 1849 e la foto interpretata come un eccezionale documento in diretta del fatto storico; recentemente però Becchetti [Piero Becchetti] ha sottoposto la fotografia ad una analisi filologica, confrontandola con illustrazioni contemporanee (come la veduta di Roma dal Gianicolo di G. Thomas pubblicata a Londra nel 1850), e con una calotipia del casino dell'Orto dei Semplici subito dopo i combattimenti, e con una fotografìa di villa Spada nel luglio 1849, di S. Lecchi. Sulla base di queste verifiche Becchetti è giunto alle conclusioni che si debba spostare la datazione a dopo il 1862, forse in occasione della celebrazione del XXV anniversario della Repubblica Romana." (S.Bordini, Storia del Panorama p. 64)

Ma nel 1998, il dottor A.Cartocci pubblica sulla Rassegna Storica del Risorgimento, pubblicazione trimestrale dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano una revisione totale della "verità" della natura fotografica del panorama: "Nella raccolta dell’amministrazione comunale di Seraing, una piccola cittadina belga alle porte di Liegi, si conservano 12 tele eseguite nel 1882 da Léon Philippet, pittore belga del secondo Ottocento che raffigurano una veduta panoramica di Roma durante i combattimenti del 1849. Le tele, tutte del medesimo formato, sono i bozzetti preparatori in scala 1:10 di un dipinto circolare dalle dimensioni gigantesche che era alto 14 m. e lungo 120 m. il cui titolo originale era:1849 Assedio di Roma Garibaldi il 3 giugno a porta San Pancrazio."(da: 170 Anni della Repubblica Romana, 9-10 ottobre 2019, Atti del Convegno).
Insomma quelle rinvenute al Vittoriano sono delle riproduzioni fotografiche del panorama dipinto da Léon Philippet, forse ad uso promozionale.
Io però ritengo che non sia da escludere che il Philippet si sia servito di fotografie per i bozzetti e la realizzazione del suo panorama, come era d'uso dei pittori di quell'epoca.

Nel 2023 alla mostra "L'Italia è un desiderio" alle scuderie del Quirinale a Roma, che esibisce opere fotografiche tratte dagli archivi Alinari, viene esposto un "leporello" del 1882 che riproduce il famoso panorama (ad uso gadget, come ricordo del panorama visitato), che viene attribuito ad un fotografo dell'800, Icilio Calzolari.
Quasi nascosto il fatto che è una riproduzione (fotografica) del panorama e non una fotografia reale. Il fraintendimento continua...


Philippet al lavoro sul panorama "1849 Assedio di Roma Garibaldi il 3 giugno a porta San Pancrazio."


RIFERIMENTI
- S. Oettermann - The Panorama. History of a Mass Medium, Zone Books - New York, 1997
- R. Hyde - Panoramania!, Trefoil Pubblications - London, 1988
- S. Bordini - Storia del Panorama, Officina Edizioni, 1984
- A. Friedemann - Storie di Panorama, Case Editrice Persiani - Bologna, 2013
- Charlotte Bigg - The Panorama, or La Nature A Coup d'OEil, Dietrich Reimer Verlag GmbH - Berlin, 2007
- The Panorama Phenomenon: Mesdag Panorama 1881-1981, Evelyn F. Fruitema and Paul A. Zoetmulder (Editors) - Den Haag, 1991
- International Panorama Council
- Saltzburg Museum/Panorama Museum
- Mesdag panorama


© Toni Garbasso