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Oltre il Muro: Nord Est Sud Ovest  

A cura di  Francesco Finotto
08 ottobre 2023
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SAN DONA' DI PIAVE
Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea | Spazio Mostre "I.Battistella"

Oltre il muro: Nord Est Sud Ovest

Lo smartphone e i social media hanno cambiato la fotografia? Poco, se pensiamo alle modalità tecniche di registrazione, agli stili fotografici; molto se pensiamo alle modalità di consumo e condivisione. Il cambiamento dall’analogico al digitale è stato più significativo, non ha cambiato solo il modo di registrare con la luce, un sensore al posto di una pellicola, ma ha cambiato il modo stesso intervenire nelle modalità di ripresa, di scatto, di postproduzione e di condivisione. Ha reso possibile vedere immediatamente lo scatto, usare sensibilità altissime per scattare istantanee al buio senza uso del flash, e soprattutto, utilizzando software dedicati, scattare foto secondo specifici stili e con algoritmi in grado di rilevare automaticamente la scena e suggerire il punto migliore da cui scattare la foto. I social sono arrivati dopo, anche se tra social media e fotografia digitale la connessione è fortissima e lo sviluppo digitale ha fornito ai produttori di immagini e ai piazzisti pubblicitari un mercato globale e apparentemente senza limiti. Inoltre, l’accesso a banche dati illimitate consente la generazione sintetica di immagini digitali a partire da testi, utilizzando l’apprendimento automatico e moltiplicando le possibilità creative. Le sintografie assomigliano a fotografie che assomigliano a quadri che assomigliano alla realtà. Un circuito fantastico per la produzione di vere storie che sembrano storie vere.

Qualcosa del genere è accaduto anche con la musica. Fino alla metà degli anni 1960 entrare in uno studio per registrare un brano musicale voleva dire utilizzare una tecnologia per registrare una performance musicale che poteva essere riprodotta dal vivo. Lo studio di registrazione poteva essere più o meno all’avanguardia, consentire di registrare su due, quattro o otto tracce, avere sistemi raffinati di montaggio e missaggio, ma, come un’istantanea fotografica si trattava di documentare qualcosa che era effettivamente accaduto e che poteva essere riprodotto dagli stessi musicisti dal vivo. Il fatto musicale era unico, poteva essere scritto su uno spartito, eseguito dal vivo, registrato e distribuito in tutto il mondo, ma rimaneva la documentazione di un momento. Poi un giorno, i Beatles, stanchi di suonare in giro per il mondo in concerti dove la loro musica era sopraffatta dalle urla dei loro fans, entrarono negli studi di Abbey Road, e secondo le memorie di Geoff Emerick il fonico della Apple che li accompagnò nelle registrazioni, iniziarono a produrre canzoni che non avrebbero mai suonato dal vivo, inserendo suoni non riproducibili, curiosi e sorprendenti, registrando rumori, brevi loop, inserendo tracce montate al rovescio, sperimentando sonorità mai sentite prima. Con Revolver prima e Sgt. Pepper’s Lonely Hearths Club Band subito dopo, la registrazione musicale si affrancò dalla servitù della documentazione e spalancò le porte alla creatività e alla post-produzione, ed in fondo, alla musica sintetica. Consentendo subito dopo di inondare i concerti con sequenze e basi pre-registrate.

Dunque la registrazione musicale e quella fotografica hanno conosciuto strade parallele. Musica e immagini hanno invaso la nostra vita. Oggi tutti ascoltano musica da qualsiasi dispositivo musicale e nessuno canta più insieme. La musica è scomparsa dai luoghi di lavoro, e dai riti collettivi. Nessuno canta più per strada e fischia più in bicicletta. Si va in vacanza per fotografare i luoghi noti, si va al Louvre per farsi un selfie davanti alla Gioconda e passare subito oltre. Eppure, in questo mondo così irretito dal consumo di immagini lo spazio per la riflessione, la discussione il confronto fotografico, non è diminuito, anzi le possibilità di crescita e confronto sono enormemente cresciute. Se internet ha dato a tutti la possibilità di postare il proprio cibo in rete, ha anche consentito di accedere agli archivi delle maggiori istituzioni fotografiche del mondo, di rintracciare libri fotografici ormai fuori catalogo, ma soprattutto di conoscere le ricerche di artisti e autori di tutte le parti del mondo.

Più che le Fiere Fotografiche, soprattutto rivolte al mercato, sono le mostre e le esposizioni fotografiche che consentono di fare un bilancio, di studiare tradizioni culturali, modi di rappresentare e di raccontare per immagini. Seguendo questo filo logico, per il secondo anno consecutivo con il progetto N.E.S.W. Beyond the Wall culturaincorso in collaborazione con i Musei Civici Sandonatesi riunisce nella stessa sala espositiva quattro diversi sguardi sul mondo, quattro maestri della fotografia internazionale, scegliendo quattro modi diversi di declinare sogno e intimità, speranza e vulnerabilità, coesistenza e silenzio.


Md. Enamul Kabir fotografo freelance di Dhaka, documenta la pervasività degli animali in molti ambienti urbani, una via selvatica alla coesistenza ecologica nelle grandi città, evidenziando la bellezza, la resilienza e l'adattabilità della fauna selvatica, sottolineando il valore della conservazione e del ripristino degli habitat all'interno dei nostri spazi urbani, per costruire città che abbraccino la natura.


Markus Lehr presenta paesaggi notturni urbani, principalmente di Berlino, che scoprono un lato alternativo della città, privo di traffico e di turisti, di locali e di cultura, e rappresentano invece la bellezza, la pace e la quiete della notte, quanto lo spettacolo è finito e la luce è ancora diretta sul palco, ma nessuno la guarda più. Fotografie immobili che restituiscono tranquillità ed eleganza rinfrescanti, consentendo di assaporare i dettagli intimi e l'atmosfera cinematografica.


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Francesco Finotto


© Toni Garbasso